Il saggio sviluppa un eccezionale modello narrativo per favorire la conoscenza della fenomenica del reale sottostante l’attestarsi della cultura della deità. I quattro racconti calibrano la nascita del divino con la perizia e la neutralità necessari per interpretare un fenomeno situato a cavaliere fra la perentorietà del reale e la ineffabile voluttà del sovra-natura, sia che questo abbia assunto carattere di superstizione, magia o religione. Il Girotondo della divinità può plausibilmente collocarsi fra i manuali di pronto uso per orientarsi in un territorio colonizzato dai severi custodi del sacro.
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